Non solo elemento decisivo di seduzione, le gambe delle donne , titolo del quadro, sono simbolo dei pilastri della società tenuta su in gran parte dalle donne le cui gambe qui assumono il senso architettonico di elementi strutturali degli edifici sociali e antropologici. Come le bellissime Cariatidi classiche, ritte e altere, che tengono su delle architravi, qui le gambe delle donne che non sono identificate né identificabili , in sequenza plastiche e irreali cedono la loro sensualità per essere segno simbolico di un sostegno fiero al mondo e per questo rese impersonali con un lavoro di luce e di ripetizione dell’immagine. Scattanti , nervose, curate , tornite e abbronzate raccontano i loro percorsi instancabili , decisi e mirati al successo del vivere, spesso all’insegna di una generosità non riconosciuta o poco valutata ma non per questo negata. Poggiano sulla terra forte e cruda queste gambe, mentre i loro piedi sono nascosti e innestati , quasi radicati, dentro alle rocce e tra le acque di torrenti vitali . Le asperità della vita e i suoi gorghi sono il piedistallo di questi elementi forti e seduttivi che rappresentano ogni donna e tutte le donne del mondo nella loro fluire vitale, belle comunque, mentre danno se stesse al mondo. C’è poi un elemento distinto, leggero, forte, rosso e illuminato come un piccolo sole . E’ un papavero, fiore così fragile, che qui racconta la vita che si moltiplica attraverso l’impollinazione ; un richiamo alla sessualità femminile , al sesso come pura creazione umana. Un’opera di senso etico e riflessivo come un’elegante apologia di tutte le donne .
Emanuela Torlonia Dottorini